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testata del quotidiano il Trentino

Rovereto, 2 novembre 2010
Un coro di accuse contro Pacher
Pozzer e D’Ingiullo: «Affermazioni che poteva
tenersi per sé, la gente è stufa»

da l’Adige di martedì 2 novembre 2010

Non sono piaciute le dichiarazioni del vicepresidente della giunta provinciale, Alberto Pacher, dopo la chiusura della Pasina.

Ruggero Pozzer, vicepresidente dei Verdi del Trentino, è duro:

«In merito alla localizzazione di impianti come quello della Pasina di Rovereto credo che la prima cosa da fare per risolvere il problema sia la chiarezza e la conoscenza più totale del problema stesso. L’Assessore provinciale Pacher lamenta le continue rivolte popolari circa le localizzazioni degli impianti.

Da Consigliere comunale ho approfondito più volte il problema della puzza a Rovereto. Da circa due anni e mezzo è l’intera Vallagarina che deve sopportare a periodi alterni il tanfo acre che giunge dalla Pasina.

Non è un periodo o una zona limitata a poche persone ma è un problema che per gradi investe una popolazione di oltre 40.000 persone. Chiaro che all’aumento della distanza la percezione sfuma gradatamente ma in condizioni di vento favorevole la puzza è percettibile sino ad oltre i confini di Rovereto.

Zona di particolare sensibilità è quella circostante l’impianto, soprattutto nelle due direzioni di sottovento verso nord e sud. Qui - spiega Pozzer - l’impatto del miasma odoroso sulla comune vivibilità è oggettivamente insopportabile e causa cambiamenti nelle abitudini di vita. Dalle famiglie impossibilitate ad aprire le finestre durante la calura estiva o solo per il ricambio d’aria a quelle che rinunciano ad incontri fuori casa. Dal centro commerciale in difficoltà anche per la vicinanza all’impianto, alle tante persone che lavorano irritate e nervose perché impotenti alla costrizione olfattiva.

Paragonare queste persone a chi “gioca a carte con la briscola in mano” mi sembra fuori luogo anche perché mi sembra che questi cittadini, da due anni e mezzo, stiano giocando una partita in cui sono perdenti a prescindere.

Ci qualifichiamo come Provincia attenta alla qualità della vita ed allora dobbiamo anche investire per questo. Ovunque in Italia il rifiuto organico viene lavorato in impianti chiusi e trattati in depressione d’aria che viene poi filtrata in appositi biofiltri o impianti scrubber, torri di filtrazione bagnata. Sono impianti spesso dimensionati per singolo territorio responsabilizzando ogni comune anziché gravare su una unica comunità. Senza vergogna è sufficiente copiare in ciò dai nostri amici altoatesini.

In Alto Adige esistono 9 impianti di compostaggio che lavorano 35.500 tonnellate all’anno. La quota rimanente è solo di 6000 tonnellate che devono essere esportate. Ma è già previsto il potenziamento dell’impianto di Sciaves, fra l’altro a gestione pubblica da parte della Comunità comprensoriale.

Da una ricerca dei disagi provocati dagli impianti di compostaggio sulle popolazioni nel nord Italia risulta che la stragrande maggioranza, dotata di impianti adeguati, lavora senza provocare disturbo alla popolazione circostante e che l’impianto della Pasina non è comunque certo il primo ad essere chiuso».

Per Pozzer «La soluzione è una sola. È necessario un impegno serio di programmazione ed esecuzione di piccoli impianti a controllo pubblico e localizzati sui singoli territori di produzione del rifiuto».

Claudio D’Ingiullo di Italia dei Valori è altrettanto duro: «Pacher afferma che nessuno vuole un impianto di compost sotto casa sua. Ci mancherebbe altro! Ci sono un sacco di posti in Trentino dove poter fare questi impianti, lontani dalle case. Invece l’unico impianto in attività si trova a cinquanta metri dal Millennium, la zona più frequentata di tutta la Vallagarina con migliaia di persone ogni giorno. Questa – afferma D’Ingiullo –  è una sparata che Pacher poteva tenersi per sé. Quello che è accaduto doveva accadere anni fa, l’intervento della magistratura arriva comunque con anni di ritardo. Fra depuratore e Pasina la gente non ne può più e un amministratore dovrebbe pensare alla vivibilità».

 


Rovereto, 2 novembre 2010
Piccoli impianti
DI COMPOSTAGGIO
per evitare
grandi problemi

dal Trentino di
martedì 2 novembre 2010

L’assessore provinciale Alberto Pacher, ieri al Trentino, si è lamentato del fatto che, in sostanza, chi protesta per le puzze a Rovereto è il primo a scendere in campo contro altri impianti di compostaggio. Insomma tutti vogliono la differenziata, ma nessuno vuole smaltire i rifiuti vicino casa. Le repliche non si sono fatte attendere.

Ruggero Pozzer, vicepresidente dei Verdi del Trentino, ricorda che «da circa due anni e mezzo è l’intera Vallagarina che deve sopportare a periodi alterni il tanfo acre che giunge dalla Pasina. Non è un periodo o una zona limitata a poche persone ma è un problema che per gradi investe una popolazione di oltre 40.000 persone... Zona di particolare sensibilità è quella circostante l’impianto: l’impatto del miasma odoroso è insopportabile».

«Paragonare queste persone a chi “gioca a carte con la briscola in mano” mi sembra fuori luogo anche perché questi cittadini, da due anni e mezzo, stanno giocando una partita in cui sono perdenti a prescindere». E allora se per Pozzer «il rifiuto organico ovunque viene lavorato in impianti chiusi e trattati in depressione d’aria poi filtrata in biofiltri o impianti scrubber, torri di filtrazione bagnata» bisognerebbe dimensionare «gli impianti per territorio responsabilizzando ogni comune anziché gravare su una unica comunità».

Irzio Vanzo consiglia Pacher di trattare «le persone con più umanità e umiltà... Un detto recita: “la superbia parte a cavallo ma ritorna a casa a piedi” e l’arroganza è una brutta consigliera». Per Claudio D’Ingiullo (Verdi) «è grave riprendere un cittadino che si lamenta. Nessuno si lamenterebbe se depuratore o Pasina non facessero puzze. Perché non trasferirli in via dei Colli dove si lamenterebbero dieci notabili e non mille disgraziati?».

 

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